LuceFalleniana
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E quando lo vidi la mia anima lo riconobbe... Era lui: il mio Angelo...






Gettò il blocco da disegno sul letto, saltò in piedi e corse in salotto, dove il telefono rosso in stile retrò era posto su un tavolino accanto alla porta d'ingresso.
- Parlo con Clarissa Fray? - La voce dall'altra parte del telefono aveva qualcosa di familiare, anche se non riuscì a identificarla subito.
- Si?
- Ciao, sono uno dei tagliagole col coltello che hai incontrato ieri sera al Pandemonium, hai presente?
- SIMON!- Non è affatto divertente!

- Gesù! - esclamò Luke.
- Ehm, no, sono soltanto io - disse Simon - anche se mi hanno detto che ci assomiglio parecchio.

- Ma senti, è sempre così scontroso o il suo è un trattamento che riserva ai mondani?
- Oh, è scontroso con tutti - disse Isabelle allegra. - E' questo che lo rende così maledettamente sexy, oltre al fatto che ha ucciso più demoni di chiunque altro alla sua età.

- Io la voglio, la tua zuppa - disse Simon.
- Non che non la vuoi - disse Jace. - Vuoi soltanto andare a letto con Isabelle.
Simon rimase di stucco. - Non è vero!
- Oh, sì che è vero - disse Jace. - Dai, chiediglielo, così lei può dirti di no e noi possiamo continuare a farci i fatti nostri mentre tu ti crogioli nell'umiliazione.

- La cena è pronta! - Era Isabelle, in piedi sulla porta della biblioteca.
- Oddio - disse Jace. - L'ora del giudizio è arrivata.
Hodge parve allarmato. - Io... io.... ho fatto una colazione molto abbondante - balbettò. - Voglio dire... un pranzo.... un pranzo molto abbondante. Non ho molta fame...
- Ho buttato via la zuppa - disse paziente Isabelle.
Jace si staccò dalla scrivania e si stiracchiò. - Fantastico - disse. - Sto morendo di fame.
- Forse potrei cercare di mangiare qualcosina... - ammise Hodge imbarazzato.

C'era una data incisa sul basamento, 1234, e attorno le parole: NEPHILIM: FACILIS DESCENSUS AVERNI.
- Cosa vuol dire?
- Significa "Cacciatori: strafighi in nero dal 1234"

- Questa è la parte in cui ti strappi la maglietta e mi fasci la ferita?
- Se tutto quello che volevi era che mi togliessi i vestiti, bastava chiedere.

- Ti odio quando rispondi a una domanda con un'altra domanda.
- No, non è vero. Mi trovi affascinante.

- Non è bellissima, Alec?
- Come una che dovrebbe lasciare il suo numero sul muro di un cesso pubblico.

- CHI OSA DISTURBARE IL MIO RIPOSO?
- Jace Wayland. Ti ricordi? Sono del Conclave.
- Oh, sì. - Magnus sembrava ringalluzzito. - Sei quello con gli occhi azzurri?
- Parla di Alec. - suggerì Clary.
- Non. I miei occhi vengono solitamente definiti dorati - disse al citofono. - E luminosi, tanto per la cronaca.
- Ah, sei quell'altro.

- In futuro, Clarissa - disse - potrebbe essere saggio far presente che c'è già un uomo nel tuo letto, per evitare queste situazioni incresciose.
- Lo hai invitato a letto? - chiese Simon, che sembrava scosso.
- Che cosa ridicola, vero? - disse Jace. - Non ci saremmo stati tutti e tre.
- Non l'ho invitato a letto - scatto Clary. - Ci stavamo solo baciando.
- Solo baciando? - Jace la prese in giro adottando un tono falsamente ferito. - Come fai in fretta a liquidare il nostro amore...


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Clary si ritrovò nel cercho delle sue braccia, e lui la baciò. All'inizio fu quasi come se non avesse voluto farlo: la sua bocca era rigida contro quella di lei. Poi le mise tutte e due le braccia attorno e la tirò contro di sé. Le labbra si ammorbidirono. Clary sentì il battito rapido del suo cuore, assaggiò la dolcezza delle mele ancora nella sua bocca. Infilò le mani nei capelli di Jace come aveva desiderato fare dalla prima volta che lo aveva visto.