Juve, incubo Chelsea
Vincere contro il Chelsea, da lì passa la qualificazione agli ottavi di Champions League, prima ancora che per lo Shakhtar Donetsk. Fabio Quagliarella ne è consapevole: "Parliamo di due grandissime squadre – afferma l'attaccante bianconero ai microfoni di Sky il giorno dopo il successo sul Nordsjelland -. Lo Shakhtar mi ha fatto veramente una impressione positiva, lo ha dimostrato in casa nostra. Sicuramente andare lì sarà molto molto dura. Credo però che la partita per noi importante, cruciale, sia quella contro il Chelsea in casa. In qualsiasi modo, dobbiamo fare di tutto per vincere, altrimenti diventa durissima". Quagliarella indica la ricetta per battere gli inglesi: "Il Chelsea è una squadra molto fisica, ha dei giocatori davanti che anche tecnicamente possono metterti in difficoltà in qualsiasi momento. Sono i campioni in carica, sanno di essere una grande squadra. Dobbiamo essere bravi noi ad iniziare come ieri, ad essere aggressivi su ogni palla. Solo così puoi mettere in difficoltà tutti".
Un poker per dimenticare l'Inter e soprattutto sperare ancora in Champions. La Juve fa il proprio dovere (diversamente da Copenaghen), battendo e dominando il Nordsjaelland, anche se la situazione del girone si fa critica perché il Chelsea in extremis, al 94', ha superato lo Shakhtar. Soltanto vincendo lo scontro diretto con gli inglesi a Torino la squadra di Conte potrebbe ancora sperare, anche se dovrà poi fare un punto a Donestk, contro gli ucraini forse non ancora qualificati. E' stato ancora una volta il centrocampo a fare tutto o quasi tutto: pressing, assist e soprattutto gol, come i primi due che hanno sbloccato la partita, il primo da vero centravanti, soltanto che Marchisio di mestiere fa la mezzala, e il secondo di Vidal, stesso ruolo, che è andato ad affondare il colpo come una punta. Poi, si sono svegliati anche gli uomini del reparto d'attacco, Giovinco con una perla in fase conclusiva e Quagliarella di testa nella ripresa. Nulla di quanto non si sapesse già: l'attacco bianconero è quello che ha vanificato (fino a oggi) la qualificazione, con il pareggio inglorioso di Copenaghen, che alla fine potrebbe fare la differenza in negativo. Matri, l'uomo nuovo, o per lo meno rispolverato, è stato inguardabile e Giovinco ha lavorato bene in profondità, ma ha dovuto ricorrere a una magia, con ampi spazi davanti a sé, per bucare il portiere ospite, perché di conclusioni vere, fino a quel gol, non ne aveva prodotte. I danesi hanno fatto aumentare il rimpianto bianconero per Copenaghen: bucati dopo solo sei minuti, si sono dimostrati leggeri e inconsistenti. Il tiro al piccione è continuato tutto il primo tempo, ma non è un test valido per capire se la squadra abbia smaltito la sbornia della sconfitta con l'Inter.
Tra le note positive, i soliti nomi: Marchisio, che assomiglia sempre più a Gerrard, Vidal guerriero inesauribile e la novità Isla, nettamente migliorato rispetto alle ultime esibizioni. Il grande malato juventino, l'attacco, avrebbe però bisogno anche di uno psicanalista: l'impressione è infatti che cominci a serpeggiare una sorte di rassegnazione vedendo che in gol ci vanno sempre i centrocampisti. Matri è entrato in campo con la tremarella e se ne è avuta la conferma nella ripresa, quando, lanciato tutto solo davanti ad Hansen, si è accartocciato e ha perso la palla. Quagliarella ha, come spesso gli accade, timbrato nei pochi minuti giocati e alla fine sembra ancora il più in palla, fermo restando che mancava l'inventore (ma con la luce spenta da un mese) Vucinic. E' comunque tornato il morale e per il campionato non è poco, in attesa della sfida decisiva con il Chelsea tra due settimane. A Pescara però le forze fresche (Pogba su tutti) torneranno prepotentemente d'attualità, perché qualche motore comincia a perdere giri (Pirlo) o a girare a intermittenza (Asamoah). Campanelli d'allarme? Probabilmente no, ma sarebbe bene non fidarsi.
Ansa.it