| Inter, primo stop e il campionato si riapre. La Fiorentina espugna il campo della Juve. Cassano: prima la scenata, poi le scuse. Pagelle
PROMOSSI Santacroce, Gargano-Lavezzi-Hamsik: la tentazione sarebbe quella di dare un 8 collettivo a tutto il Napoli, perchè chi non non è stato nominato nella 'lista' dei promossi ha tutte le ragioni per lamentarsi. Ad ogni modo, citiamo l'ex difensore del Brescia in primis perché ha dimostrato una sicurezza degna di un grande campione, pur avendo solo 21 anni. Passare nel giro di qualche domenica da Brescia al San Paolo farebbe tremare le ginocchia a molti, lui invece sta assorbendo pian piano lo choc, dimostrando le sue doti. Suazo prova a passare nella sua zona e capisce che non è aria neanche se la mette sul piano della corsa. Il duo argentino Gargano-Lavezzi invece nella notte del San Paolo riscopre antiche sensazioni che parevano un po' sopite negli ultimi tempi. In particolare il Pocho è imprendibile, quando punta l'uomo e fa venire un mal di testa da record a gente fuori forma come Materazzi (VOTO 4,5 a un Matrix irriconoscibile, ma anche Chivu è parso in netto affanno, 5). Pienamente recuperato anche il centrocampista slovacco: dopo qualche settimana di appannamento mette in mostra la sua classe nella serata più di gala che ci sia.
Papa Waigo- Prandelli: il 24enne senegalese sta vivendo un momento magico. Il gol e l'assist decisivo che mettono gambe all'aria la Vecchia Signora sono un capolavoro. Incredibile pensare che solo un mese fa il Genoa si era sbarazzato del ragazzo (riservandosi giusto la comproprietà), dopo una prima parte di stagione in cui era clamorosamente fallita la sua piena valorizzazione. Sì, perché l'esplosione del ragazzo molti osservatori se l'aspettavano già a inizio campionato con la maglia rossoblu. Complimenti anche a mister Prandelli che vince la sfida a distanza con Ranieri (VOTO 5,5: non prende le giuste precauzioni quando i viola cambiano marcia), riuscendo a ribaltare una partita che pareva persa. E dando soprattutto la sensazione di aver costruito una squadra, più forte delle lune o delle sfortune di questo o quel campione (da Mutu infortunato a un Montolivo ancora incostante: VOTO 5,5 all'ex atalantino)
Alessandro Diamanti: il nome è di per sé affascinante e garanzia di successo. Ma la vera favola, oltreché nel sinistro vellutato, sta nella sua storia calcistica. Il Livorno lo pesca in serie C2 dal Prato e, se facciamo un piccolo salto indietro ci accorgiamo che ancora nel 2002 militava in serie D con il Fucecchio. A 25 anni scopre la ribalta della serie A, decide il match contro il Catania (ma già nelle scorse domeniche aveva fatto capire di esser giocatore molto interessante) e dimostra una volta in più quanto sia pazzesco ignorare ragazzi talentuosi (compirà 25 anni a maggio), lasciandoli a lungo, troppo a lungo in categorie non degne di loro. Per fortuna che questa volta c'erano gli... 007 di Spinelli. VOTO 7
Dossena-Quagliarella: il difensore dell'Udinese con tutta probabilità gioca con un polmone di scorta, visto che corre almeno il doppio degli altri. Il bello è che lo fa con grande profitto, perché (anche) contro l'Atalanta i suoi affondi fanno davvero male e sono una continua spina nel fianco della difesa avversaria. Da settimane lo riperitamo: Donadoni gli ha già regalato la gioia di una chiamata in Nazionale, ma a 27 anni sarebbe giunto il momento che una big gli concedesse la grande chance... Quagliarella invece ritrova il gol che gli mancava da quasi due mesi in campionato e con la rete anche alcune sicurezze di gioco che parevano un po' dimenticate ultimamente. Inutile invece segnalare il 'solito' Totò Di Natale: che giochi bene non fa quasi più notizia. VOTO 7+
Alberto Aquilani: i problemi fisici sembrano finalmente dimenticati, la condizione migliora di partita in partita e contro il Parma il ragazzo è decisivo. Più della sua prestazione a Roma però si parla tanto del suo futuro: troppa la paura che quel benedetto contratto non si riesca a rinnovarglielo, perdendo così uno dei talenti più puri tra i centrocampisti italiani. VOTO 7-
Antonio Cassano: lo bocciamo è normale. Ha sbagliato e lui è stato il primo ad ammetterlo. E' pure giusto ricordare la sua recidività sul tema. Però ha chiesto prontamente scusa e questo resta un piccolo punto a suo favore. Pagherà con una squalifica, probabilmente dura, da parte del giudice sportivo. Poi chiudiamola lì. C'è poco da aggiungere. VOTO 5,5 Figo-Maicon-Suazo: citiamo 3 casi eclatanti nell'imbarcata nerazzurra. Ragionamento uguale e contrario rispetto al Napoli, dove l'8 sarebbe collettivo e pare quasi ingiusto elevare qualcuno al di sopra degli altri. Comunque sia, il portoghese non trova uno-spunto-uno degno di nota in 80 minuti. E l'alter-ego in negativo di Lavezzi: se il Pocho dà la sensazione di poter saltare l'uomo a suo piacimento, Figo sembra assolutamente incapace di ipnotizzare l'avversario. Gli mancano sprint e dinamismo, cose determinanti se vuoi fare la differenza sulla fascia. Maicon è irriconoscibile: si vede lontano un miglio che il suo motore è 'ingrippato'. Lavezzi ringrazia e lo sorprassa a doppia velocità. Suazo delude fortemente, quasi mai pericoloso e l'unica volta che arriva puntuale in zona gol fallisce miseramente. VOTO 5
Gilardino-Bonera: il bomber biellese come al solito non timbra il cartellino a San Siro. Risulta inconcepibile che il centravanti titolare del Milan abbia segnato zero gol in campionato al Meazza. Visto che poi al Diavolo mancano punti preziosi in classifica e la zona Champions si allontana, Gila non può sottrarsi dai suoi demeriti. Su Bonera la bocciatura potrebbe sembrare un po' ingenerosa a prima vista: Ancelotti gli chiede un sacrificio nel secondo tempo, mettendolo - fuori ruolo - a sinistra (per l'infortunio di Jankulovski). Lui fa del suo meglio, però è impacciato e non lo si può sottacere. Il bresciano ha tutto per essere un buon difensore, ma sembra mancargli ancora un po' di personalità: se l'avesse, probabilmente, avrebbe potuto far da chioccia a Digao in mezzo, liberando Kaladze sulla fascia (dove ha giocato con discreti risultati per alcune stagioni). VOTO 5
Trezeguet-Palladino-Iaquinta-Del Piero: a parte un buonissimo Camoranesi (VOTO 6,5), sonora bocciatura per tutti gli uomini d'attacco della Juventus. Non uno che si salvi, non uno che riesca a essere pericoloso. Giusto Iaqui ci mette un po' più di grinta quando entra, ma contro squadre come la Fiorentina vista domenica all'Olimpico non basta. VOTO 5
Cristiano Doni: a Udine è pallido e irriconoscibile. La sua Atalanta viene messa alle corde e lui non trova mai lo spunto in grado di cambiare il destino dei bergamaschi. VOTO 5,5
Vince il Napoli, cade l'Inter, fa festa la Roma. Il campionato che sembrava chiuso appena tre giorni fa si riapre al San Paolo. La capolista cade sul campo degli azzurri di Reja che si impongono per 1-0 grazie al gol di Zalayeta siglato al 3' minuto del primo tempo. Una vittoria meritata per il Napoli che spreca tanto (rigore compreso), ma alla fine compie l'impresa e toglie all'Inter un'imbattibilità che in campionato durava da 31 turni. Costretto a rinunciare a tanti titolari (su tutti Ibra), Mancini, nonostante manchino 9 giorni, pensa al Liverpool e si affida al turn-over lasciando in panchina Zanetti, Stankovic e Crespo e affidandosi ad un 4-3-1-2 con Maniche, Vieira e Pelé a proteggere Figo, Suazo e Balotelli.
Reja che punta sul talento di Hamisk, libero di inserirsi sfruttando il movimento di Zalayeta e Lavezzi. Per lui la partita si mette subito benissimo: al 3' Gargano lancia lungo Lavezzi, Julio Cesar lo anticipa ma azzarda un dribbling e viene punito da Zalayeta che lo beffa con un bel pallonetto dal limite. Napoli in vantaggio, Inter costretta a concedere spazi, l'ideale per il gioco di Reja che sperava di poter sfruttare le doti da contropiedisti di Lavezzi e Hamsik. La capolista nei primi 20 minuti soffre tanto, poi si fa vedere con Suazo e Balotelli, ma il Napoli insiste e Julio Cesar riscatta l'errore iniziale dicendo no ad Hamsik, Cannavaro e superandosi su un goffo intervento di Materazzi vicino all'autogol. Il primo tempo si chiude sull'1-0, nella ripresa Mancini inserisce Zanetti al posto di Maniche, poi perde Chivu (pessima notizia in ottica Liverpool) e si affida al tridente mandando in campo Crespo. L'Inter rischia il ko all'8', ma Julio Cesar è bravo a respingere il destro di Hamsik. Al 28' Rizzoli concede un rigore molto dubbio al Napoli, l'impressione e' che Julio Cesar anticipi Gargano, ma per l'arbitro e' fallo. Sul dischetto va Zalayeta, ma il portiere brasiliano si esalta e devia in angolo. Inter stanca e poco lucida. Finisce 1-0, la capolista perde l'imbattibilita', il Napoli vince e riapre il campionato: Roma a -6.
Antonio Cassano mostra muscoli e tatuaggi, ma per la Samp non c'è motivo per sorridere: espulso dall'arbitro Pierpaolo di Firenze - che estrae un rosso diretto per proteste - il talento di Bari vecchia si è infuriato, scagliandosi con durezza verso il fischietto toscano e lanciandogli contro la maglia. Compagni di squadra e persino avversari (Barone insieme a Rosina) sono andati verso il talento sampdoriano per allontanarlo e placare la sua furia.
Lui, dopo molte insistenze, è uscito dal campo, ma dal sottopassaggio che porta agli spogliatoi ha urlato più volte al direttore di gara "Sono ancora qua, non vado via, ti aspetto", mentre gli steward cercavano di portarlo via. Mentre tutti si aspettavano un faccia a faccia degno di uno scontro all'Ok Corral, al triplice fischio finale però Cassano è andato sotto la curva della Samp ad applaudire i tifosi e chiedere loro perdono per il 'rosso' subito. Ai compagni ha spiegato: "Avevo protestato con l'arbitro dicendogli semplicemente che non avevo commesso fallo (si riferisce all'episodio che ha fatto scoppiare il caso, ndr)". Quindi, per chiudere il cerchio, ha incontrato Pierpaolo dopo l'antidoping formulando le proprie scuse e, tramite un comunicato stampa, ha ufficializzato il suo pentimento, precisando che lo ha fatto presente anche al designatore Pierluigi Collina, presente sulle tribune di Marassi.
"E' evidente anche dalle immagini tv che Antonio doveva essere espulso, nonostante il "vaffa" ormai rientri in una terminologia comune a tutti e gia' vista. La decisione dell'espulsione è più che legittima, ma l'espulsione è arrivata al termine di una partita tesa e nervosa, con alcune decisioni da rivedere. Ho rivisto il rigore dato a Di Michele, il fallo è iniziato ed è finito fuori dall'area di rigore, il penalty non c'era. Vorrei dire ai giovani arbitri, in questo momento difficile, di usare la regola 18, quella del buon senso. In tante circostanze se ne tenessero conto non farebbero male, non mi riferisco all'espulsione, ma al rigore concesso al Toro", ha chiosato alla fine l'amministratore delegato doriano Beppe Marotta.
Ad ogni modo, tanta delusione in casa blucerchiata per un 2-2 casalingo (con Cassano autore di un gol e una prestazione sempre eccellente, fino al 'colpo di testa') contro un Toro davvero combattivo, che lascia l'amaro in bocca in prospettiva Uefa: l'Udinese, battendo senza problemi l'Atalanta ha difatti allungato in classifica e ora vanta tre punti di vantaggio. Niente di buono per i genovesi in una domenica che prometteva speranze migliori.
L'altro grande botto della giornata (quello vero a dire la verità) arriva però da Torino dove la Juventus perde clamorosamente per 3-2 in casa contro la Fiorentina. Partita piena di colpi di scena con i viola che dominano buona parte del primo tempo (I ragazzi di Ranieri sembrano paralizzati di fronte al dinamismo degli avversari) e sbloccano con Gobbi. Quando la strada sembra in discesa per la squadra di patron Della Valle, arriva il pareggio di Sissoko (splendida rovesciata che punisce un'uscita sbagliata di Frey: è il 29'). In quel momento la partita cambia direzione: la Juventus prende fiducia e gli ospiti perdono un po' della spinta iniziale. Nella ripresa (al 12') i bianconeri pensano addirittura di poter portare a casa la vittoria quando su cross di Molinaro dalla sinistra, entra Camoranesi e infila la porta della Fiorentina. E' il 2-1 che infiamma i padroni di casa. Dura pochi minuti l'illusione e ci pensa mister Prandelli a riportare sulla terra Trezeguet e compagni. Sono due cambi a ricambiare la direzione del match: Osvaldo (al 62') e Papa Waigo (67').
I due sconvolgono la difesa bianconera regalando nuova grinta e vigore alla manovra viola: così, a un quarto d'ora dal termine l'ex genoano segna il secondo gol consecutivo in campionato (e pensare che i grifoni se ne sono sbarazzati senza tanti complimenti....): è il 2-2. E al terzo minuto di recupero tocca a Osvaldo (su assist dell'onnipresente Papa Waigo) espugnare Torino: impresa che ai gigliati non riusciva da 20 anni. L'italo-brasiliano festeggia con un 'mitra' stile-Batistuta e per eccessiva esultanza (doppio giallo e multa che gli comminerà la società) si fa buttare fuori. A quel punto poco conta: ora la Fiorentina vola a +4 dal Milan e avvicina la Juventus a -1. La Champions è più vicina e il Diavolo, a poche ore dal match con l'Arsenal vede davvero l'inferno. Non che i rossoneri poossano recminare più di tanto, visto che hanno pareggiato in casa con la Lazio, dopo il pari di Catania: due passi falsi consecutivi che stanno pagando a caro prezzo...
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