Nel Nome Del Padre

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Federico™
view post Posted on 14/4/2008, 12:37




Nel 1974, un pub di Guilford (Londra) è teatro di un attentato terroristico, attribuito all'IRA, l'armata clandestina irlandese che lotta per l'indipendenza dell'Irlanda del Nord. Con il sostegno di prove debolissime, se non addirittura inventate, dell'atto criminoso vengono incolpati Jerry Conlon, suo padre Giuseppe, i tre amici di Jerry Paul Hill, Paddy Armstrong e Carole Richardson, e un'intera famiglia di loro conoscenti, i Maguire…

A quattro anni dal grande successo de “Il mio piede sinistro”, nel 1993 l’accoppiata irlandese Jim Sheridan regista e Daniel Day-Lewis attore, torna a riunirsi per mettere in scena un’altra autobiografia, ovvero quella di Gerry Colon (interpretato nel film da Day-Lewis), che nel suo romanzo “Il prezzo dell’innocenza” narrò le sue incredibili e drammatiche disavventure giudiziarie. Altre tematiche ed atmosfere dunque, siamo negli anni ’70 in uno dei momenti più aspri del conflitto fra IRA e governo britannico, ma eguale apprezzamento di critica e pubblico, con sette nomination agli Oscar, fra cui quelle per miglior film, regia, attore protagonista e sceneggiatura, e l’Orso d’Oro del 1994.

Un film che parte subito forte, mostrando la “calda” situazione nelle vie di Belfast, situazione utile a comprendere ciò che poi segue, seppur sembri parimenti incomprensibile. Quando una nazione è impaurita è facile che il suo governo si faccia prendere la mano nel cercare il capro espiatorio, questo è il messaggio politico che fuoriesce dalla vicenda di Condon, un messaggio sempre attuale, basta vedere le leggi antiterrorismo di Bush. La pellicola però si muove, con grande equilibrio, su due piani differenti; difatti, oltre a questi aspetti che lo arricchiscono sul piano tematico, c’è il conflittuale rapporto fra Jerry e sua padre Giuseppe (Pete Postlethwaite), che invece fa decollare lo spettacolo a livello emotivo. Quando infatti i due sono in scena danno vita diverse volte a momenti toccanti, grazie sia ad una caratterizzazione efficace di entrambi (seppur riproponga il canonico duopolio giovane arrabbiato, anziano saggio) che alle bellissime prove di Day-Lewis e Postlethwaite (nominato come miglior attore non protagonista). Oltre ai due interpreti maschili, fa la sua ottima figura anche Emma Thompson, nei panni dell’avvocato che riporterà la giustizia nei suoi binari, altro componente di un cast di egregio livello.

Nella catarsi finale del film c’è un piccolo eccesso di sentimentalismo, ma non stona troppo in una storia rabbuiata per gran parte della sua durata dalla violenza e dall’odio (angoscianti le sequenze degli interrogatori). Bella la colonna sonora, con in apertura la voce più celebre d’Irlanda, ovvero quella di Bono. Un film infine che scuote e coinvolge, nel nome non solo “del padre”, ma di tutte le persone vittime delle ingiustizie.
 
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