Ragione E Sentimento

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Federico™
view post Posted on 14/4/2008, 12:38




Ai primi anni dell'800, morendo, Henry Dashwood lascia tutti i suoi beni, per legge, al figlio di primo letto, John, facendogli promettere di aver cura della sua seconda moglie e delle sue tre figlie Elinor, Marianne e Margaret. Fanny Ferrars, moglie di John, non gradisce la simpatia che sorge tra il fratello Edward e le tre sorelle Dashwood, e diffida Elinor, che simpatizza particolarmente col giovane, dal nutrire vane speranze…

Fra i vari adattamenti cinematografici riguardanti opere della grande scrittrice inglese Jane Austen, “Ragione e sentimento”, tratto dal suo primo romanzo pubblicato, è stato certamente il più premiato dalla critica. Un Orso d’Oro al Festival di Berlino, due Golden Globe ed un premio Oscar, per la miglior sceneggiatura di Emma Thompson, a cui vanno aggiunte altre sei nomination e svariati altri riconoscimenti. Premi che si possono dire più che meritati, per un’opera che rispecchia fedelmente il corrispettivo letterario, regalando uno spettacolo tanto garbato quanto coinvolgente.

Diretto dal taiwanese Ang Lee, alla sua prima produzione americana, il film fa pochissimi cambiamenti rispetto al plot originale, senza però per questo risultare didascalico. Ciò che più stupisce, positivamente, è la capacità di cogliere in pieno l’essenza di ciascuno dei personaggi che animavano le pagine della Austen, costituendo così un ritratto pulsante ed affascinante di una piccola famiglia dell’800: c’è Elinor (Thompson), con tutta la sua prudenza e contegno, a cui si contrappone la romantica ed ingenua Marianne (Kate Winslet), divise entrambe fra ragione e sentimento; da non dimenticare poi l’impacciato Edward (Hugh Grant), il discreto colonnello Brandon (Alan Rickman), la vivace signora Jennings (Elizabeth Spriggs) e il venale Willoughby (Greg Wise). Merito di ciò è da dividere fra Lee, abile con la sua puntuale regia nell’immortalare sia gli splendidi paesaggi della campagna inglese, sia i volti ed i più piccoli gesti dei protagonisti; la Thompson, con i suoi altrettanto accurati dialoghi, mai troppo barocchi, e le intelligenti compressioni (come l’aver sostituito la visita di scuse di Willoughby con un semplice sguardo); ed i vari membri del cast, che offrono delle impeccabili interpretazioni.

Hugh Grant è perfetto per la parte, così come Alan Rickman; fra gli altri c’è pure Hugh Laurie (il dottor House), nei panni, manco a dirlo, di uno scorbutico, ovvero il signor Palmer. Ad accendere la luce sono però Kate Winslet, allora appena diciottenne, ed Emma Thompson, che fa dimenticare perfino il fatto che sta interpretando quella che dovrebbe essere una diciannovenne. Di rilievo infine anche scenografie, costumi, fotografia e colonna sonora.
 
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