Oxford Murders - Teorema Di Un Delitto

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Federico™
view post Posted on 14/4/2008, 12:39




Martin è un giovane studente americano con una forte passione per la matematica ed una grande ammirazione per il professor Seldom. Giunto ad Oxford per conoscerlo prende alloggio da un'anziana signora, la quale muore un paio di giorni dopo il suo arrivo. E' solo il primo di una serie di omicidi e di una sequenza di segni che l'assassino lascia dietro di sé...

Álex de la Iglesia (“La comunidad”), con “Oxford Murders - Teorema di un delitto”, ci presenta un giallo vecchio stampo, formato su una struttura classica, dove i forti elementi matematici e simbolici vanno a creare un intricato e misterioso gioco, in cui ogni situazione, visione o concetto rimanda ad altre infinite e svariate verità. Avrà ragione il giovane studioso Martin (Elijah Wood) nel ricercare la verità secondo un’impostazione assolutamente logica dei fatti, o il vecchio professor Seldom (John Hurt), per il quale la verità assoluta è impossibile da raggiungere? Il regista guida lo spettatore alla ricerca della risposta in un percorso impregnato di mistero e deduzioni, cercando così di appassionarlo.

Il lavoro si presenta godibile per tutta la sua durata, con una narrazione lineare, che ogni qualvolta tende un po’ ad assopirsi è sempre in grado di arrecare nuovi elementi alla vicenda per risvegliare la curiosità dello spettatore. Una sceneggiatura quindi più che sufficiente, che si snoda su due strade parallele, quella seguita dal professor Seldom e quella del suo giovane studente Martin. Due strade paradossalmente contrastanti, che lasciano la libertà al pubblico di scegliere quale percorso seguire per risolvere la particolare e complicata situazione messa in scena. Qualche appunto però bisogna muoverlo sulla gestione di alcuni personaggi, dato che se il rapporto tra il professore ed il suo studente è costruito comunque in modo avvincente, non si capisce quale ruolo giochi la giovane e bella infermiera Lorna (Leonor Waitling), personaggio che in più di un’occasione sembra messo lì quasi a riempire dei buchi, con il solo scopo di aumentare il minutaggio del film. Discutibile anche la strutturazione del personaggio di Beth (Julie Cox), figlia mentalmente poco stabile della prima vittima, che entra ed esce in continuazione dalla vicenda senza lasciare un vero segno di sé, dimostrandosi solo nel finale come uno dei personaggi cardine della storia. Altalenante anche il cast: Hurt è assolutamente positivo nell’interpretare un anziano e scorbutico professore ormai disilluso nella ricerca della verità; Wood è discreto nel ruolo dello studente; la Waitling è invece assolutamente insufficiente, penalizzata dal fatto che, come già detto, le tocca un personaggio decisamente troppo scialbo.

Abbastanza discreto l’epilogo, un po’ telefonato e per certi versi forzato nel cercare di riportare sulla stessa via le due teorie che i nostri protagonisti stavano perseguendo, rimanendo comunque in linea con la struttura generale del lavoro. In conclusione il regista spagnolo riesce sicuramente a coinvolgere, trasformando l’opera in una partita a scacchi dove ogni mossa fatta dai personaggi avrà decisive ripercussioni su tutta la vicenda, concentrandosi però troppo sui due protagonisti, non dando così possibilità e tempo al pubblico di entrare in sintonia con gli altri personaggi, altrettanto decisivi per lo sviluppo del plot.
 
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