Gone Baby Gone

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Federico™
view post Posted on 14/4/2008, 12:41




Patrick Kenzie ed Angie Gennaro, investigatori privati, vengono assunti per indagare sul rapimento di una bambina di quattro anni, Amanda, scomparsa da pochi giorni; durante le ricerche scoprono che il caso ha a che fare con un traffico di droga e con la pedofilia. La coppia sarà aiutata da Remy Bressant e Nick Poole, due poliziotti; le cose non sono però come appaiono e la realtà è ben più complessa.

Film complesso per un esordio registico cinematografico, e la cosa è ancor più strana se l’esordiente è Ben Affleck, uno che non ha dimostrato grandi qualità interpretative in passato, ma che dà prova, dietro la macchina da presa, di una tecnica più che discreta, che va certo migliorata, ma già convincente. Non è solo la complessità a caratterizzare questo “Gone baby gone”, ma anche il coraggio di trattare un argomento come la pedofilia, tanto delicato quanto attuale; a questo proposito c'è da aggiungere che il film non è stato distribuito in Gran Bretagna, a causa delle analogie con la scomparsa della piccola Mandie McCann, avvenuta l'anno scorso in Portogallo.

Alla crudezza di alcune scene, moderatamente impressionanti, e alla scurrilità del linguaggio, si contrappone una sorprendente sensibilità: grazie infatti all'intelligente scelta dei personaggi, è possibile distinguere più punti di vista sulla vicenda, anche solo nella giovane coppia investigativa protagonista. Abbiamo difatti la durezza e caparbietà maschile di Patrick (Casey Affleck) da una parte, e l’emotività femminile, materna di Angie (Michelle Monaghan), dall'altra. Affleck dimostra anche una minuziosa attenzione nella ricostruzione della zona periferica di Boston, restituendone un ritratto duro ma credibile: inquadrature a vari soggetti "caratteristici", a cui si aggiunge la trascuratezza degli ambienti. Ciò che convince meno è forse la narrazione troppo intricata, a tratti poco chiara, soprattutto nel finale, difficile da seguire. Una narrazione simile a quella utilizzata da Scorsese in “The departed”, che risultava però più suggestiva.

Il regista dirige bene gli interpreti, compreso il fratello Casey (visto negli “Ocean’s” di Soderbergh e ne “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”): la prova di quest’ultimo non è certo all'altezza di elementi del cast come Morgan Freeman ed Ed Harris, ma risulta comunque apprezzabile. Bravissima poi Amy Ryan nella parte della madre tossicodipendente di Amanda (nomination come miglior attrice non protagonista agli Oscar e ai Golden Globe). Il film è tratto dal romanzo di Dennis Lehane, autore del “Mystic River” diretto da Eastwood.
 
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