Tutti pazzi per la "nuova" tv

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view post Posted on 3/5/2008, 17:40

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È boom di consumi per i canali satellitari e soprattutto per il digitale terrestre



MARIA GRAZIA BRUZZONE

ROMA

La tv digitale fa boom. In soli due anni i consumi sono schizzati dal 12,6 al 19,5%. E non è solo merito dei canali satellitari, visti ormai dall’8,9% della platea televisiva, dal 5,7 del 2006. A espandersi è anche la tv digitale terrestre (Tdt). Triplica infatti il numero delle persone che vedono i vecchi canali «generalisti» (le tre reti Rai e le tre Mediaset, più La7) in forma digitale, utilizzando i nuovi televisori con decoder incorporato e guadagnando in qualità. Ed è quasi triplicato il consumo dei nuovi canali della Tdt che, da zero che erano nel 2006, sono diventati 38: canali gratuiti per bambini (Boing, Rai Gulp) e ragazzi, reti di sport e di shopping, di notizie (RaiNews24, Bbc world, Classnews) e di intrattenimento, come Iris di Mediaset. A questi si aggiungono i canali pay del Biscione, ultimi nati lo scorso gennaio (Joi, Mya e Steeel) che trasmettono film e fiction recenti e di qualità, fino ai film e alle partite a pagamento di Premium Extra e Premium calcio, che Mediaset trasmette in concorrenza con Sky e si pagano singolarmente.

Il fatto è che - ed è la novità più vistosa - ormai quasi la metà delle famiglie televisive italiane (il 47%) ha in casa almeno un televisore capace di ricevere canali digitali di qualche tipo. E quasi un quarto (il 23%, più o meno 5 milioni e mezzo), riesce a captare il Tdt: cioè o possiede il decoder a scheda necessario per ricevere i programmi pay di Mediaset e La7, oppure ha comprato un televisore di nuova generazione in grado di leggere anche i canali digitali gratuiti, che sono poi la stragrande maggioranza. «Stiamo raggiungendo gli altri Paesi europei. E, al ritmo di 5 milioni di pezzi annui con cui si rinnova il parco televisori, quando nel 2012 la vecchia tv analogica dovrebbe essere spenta, le famiglie italiane saranno pronte», si compiacciono al ministero delle Comunicazioni, dove la squadra Gentiloni sta per lasciare il posto al prossimo inquilino, non più un ministro ma solo un viceministro alle Attività produttive. Secondo un accordo raggiunto coi produttori, l’ultimo televisore tutto analogico sarà venduto nel giugno 2009, ma già alla fine del 2008 non verranno più consegnati ai distributori apparecchi del vecchio sistema.

Il primo atto era stato la creazione del catasto delle frequenze, tanto più necessario in vista del passaggio al digitale, che occupa molto meno spazio dell’analogico, cosicché le frequenze «in più» dovrebbero tornare allo Stato che potrà redistribuirle. È quel che sta succedendo in Sardegna, la regione sperimentale che, insieme alla Val d’Aosta, si prepara a spegnere il vecchio sistema il prossimo autunno. Poi sarà la volta di Piemonte e Trentino, quindi toccherà alle altre regioni.Accidenti del caso: una cifra una, ma che sia tonda per davvero, la tv via satellite non se l’è ancora guadagnata. Sono sotto il milione, 968 mila per l’esattezza, i telespettatori che in media trascorrono la prima serata davanti ai canali satellitari rivelati ufficialmente (762 mila nel giorno-medio). Con i numeri si può giocare quanto si vuole, ma il punto chiave è un altro: la composizione di questo pubblico fa pensare alla società profetizzata dal filosofo americano Richard Rorty, con il dominio globale di una «over-class», la sovraclasse che ha accesso alle risorse economiche e culturali. Gli spettatori del satellite sono più maschi, più colti e più ricchi del pubblico medio. Sono molto, molto giovani (il 21% fino a 8 anni, il 17 tra gli 8 e i 14). E sono più concentrati nelle grandi città.

Ma un’occhiata al satellite, nell’arco di un intero giorno-medio, non la danno neanche dieci milioni (9,2 milioni: dato abbastanza logico, se gli abbonati Sky sono 4 milioni e 400 mila, da moltiplicare almeno per tre a famiglia). I risultati d’ascolto, alla fine, sono comunque poco esaltanti e oggettivamente da «nano-share». E la crescita dell’ascolto per la tv via satellite si è pure rallentata: siamo a 4 decimi di punto in più di share, e casomai a crescere è il digitale terrestre. Sky è però una realtà di tutto rispetto, se si guarda appunto al profilo del suo pubblico: non è tanto il pubblico-massa, quanto la «sovraclasse» socio-economica ad aver accesso in modo esclusivo anche alla tv satellitare.

Ma è proprio di divario digitale in genere che bisogna parlare anche nel caso dei consumi televisivi. Per esempio, sono tantissimi anche in Italia, e non calcolabili da nessuna ricerca Auditel, gli spettatori delle serie Usa che le scaricano direttamente sul computer. Ci sono persino casi già conclamati, come quello della nuova teen-soap Gossip Girl, che in Italia è su Premium Mya. Travolta da un insolito destino, la rete a pagamento CW ha deciso di sospendere per un mese la versione online della nuova serie sulle ragazze dell’Upper East Side di Manhattan, cioè proprio i modelli guida dell’over-class mondialista. Troppo successo: Internet finiva per penalizzare gli share della tv. Nano e super insieme, appunto.

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view post Posted on 8/5/2008, 15:16

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interessante.........
 
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